Le Maldive che resistono

Erosione, resilienza e futuro condiviso

L’erosione costiera e la minaccia dell’innalzamento del mare

L’erosione costiera e la minaccia dell’innalzamento del mare

Il futuro delle Maldive è sospeso sull’acqua

Secondo la NASA, le Maldive rappresentano la nazione con l’altitudine media più bassa del pianeta: appena 1,5 metri sopra il livello del mare. Questo dato, se da un lato rende l’arcipelago uno dei luoghi più suggestivi del mondo, dall’altro lo espone in maniera estrema agli effetti dell’innalzamento degli oceani, all’erosione costiera e alle inondazioni sempre più frequenti.

Negli ultimi anni, il fenomeno ha assunto contorni allarmanti. Secondo la Ministra dell’Ambiente delle Maldive, Aminath Shauna, oltre il 90% delle isole dell’arcipelago ha già subito inondazioni, e l’80% si trova a solo un metro sopra il livello del mare. “Se nessuno agirà in modo rapido e coeso, scompariremo” ha dichiarato nel corso del Sustainable Future Forum 2021. Nel tentativo di difendere le coste, nel 2019 il governo maldiviano ha posizionato blocchi di cemento lungo l’isola di Mahibadhoo, cercando così di contenere l’erosione. Ma gli interventi di questo tipo sono solo una soluzione temporanea. Serve molto di più.

Proprio per affrontare in modo più strutturato e innovativo l’emergenza ambientale, il governo ha lanciato un progetto avveniristico: la Maldives Floating City, una città galleggiante a soli 10 minuti di barca dalla capitale Malé. Il progetto, sviluppato in collaborazione con l’azienda olandese Dutch Docklands e lo studio di architettura Waterstudio, prevede la costruzione di 5.000 edifici su una superficie di 200 ettari.

Questa città futuristica – la cui forma richiama quella di un corallo esagonale – ospiterà case, scuole, ospedali, hotel e negozi, il tutto con un impatto minimo sull’ecosistema marino. L’obiettivo? Offrire una soluzione abitativa sostenibile per migliaia di maldiviani entro il 2027, quando i primi abitanti potranno stabilirvisi in modo permanente.

Il cambiamento climatico non è più una minaccia lontana, è già realtà. E le Maldive sono il simbolo di una crisi globale che riguarda tutti. Salvare questo arcipelago significa proteggere uno degli ultimi angoli incontaminati della Terra, ma anche preservare la speranza di un mondo più giusto, più attento, più umano.

Progetti di economia circolare e turismo comunitario

Progetti di economia circolare e turismo comunitario

Sostenibilità significa Comunità

Alle Maldive, sostenibilità fa sempre più rima con comunità. Negli ultimi anni, sono nati diversi progetti di economia circolare volti a trasformare rifiuti in risorse, ridurre l’impatto ambientale del turismo e valorizzare le competenze locali. In molte isole, le comunità collaborano con resort e ONG per il riciclo creativo dei materiali, la produzione di energia solare, il compostaggio dei rifiuti organici e il riutilizzo dell’acqua. Parallelamente, si sviluppano forme di turismo comunitario che offrono ai visitatori esperienze autentiche, nel rispetto della cultura e dei ritmi di vita locali: dalle escursioni guidate dai pescatori del posto alla scoperta dell’artigianato tradizionale, fino agli alloggi in guesthouse sostenibili. In questo percorso sono stati antesignani alcuni dei più importanti gruppi internazionali: un esempio sono Four Seasons e Soneva nell’atollo di Baa, Riserva Mondiale della Biosfera UNESCO. Il primo ha lanciato già nel 1998 il Marine Discovery Center, centro interattivo di ricerca e educazione ambientale che coinvolge ospiti e studenti locali nel ruolo attivo di custodi dell’ecosistema marino. I suoi biologi lavorano a quattro progetti chiave: il programma di riabilitazione delle tartarughe marine, il Four Seasons Reefscapers per la salvaguardia della barriera corallina, il Maldivian Manta Ray Project e il Fish Lab per la conservazione del pesce pagliaccio, un'alternativa redditizia all’attività di pesca.

Soneva, pioniere del turismo responsabile, è carbon neutral dal 2012 e nel 2016 ha avviato il Total Impact Assessment, prima iniziativa nel settore dell’hospitality per misurare l’impatto ambientale e sociale. Recentemente ha inaugurato AquaTerra, centro nevralgico per i progetti di conservazione del resort, tra cui un ambizioso programma di ripristino dei coralli. Inoltre, ogni soggiorno prevede una tassa ambientale del 2%, destinata alla Soneva Foundation, per compensare le emissioni di carbonio e finanziare progetti ambientali internazionali. Ma oggi in prima linea nella tutela di questo fragile ecosistema c’è anche il governo maldiviano, insieme a istituzioni di tutto il mondo. L’Università Bicocca di Milano, ad esempio, lavora da anni – su incarico del governo – su vivai sommersi di coralli, poi ripiantati nelle aree danneggiate per contrastare gli effetti dello sbiancamento dei coralli, che nel 2016 ha causato la perdita del 90% della barriera entro i primi 20 metri di profondità.

Anche così si costruisce un futuro in cui turismo e tutela ambientale non sono più opposti, ma parte della stessa visione condivisa.

Nika Island, l'Isola della Gentilezza

Nika Island, l'Isola della Gentilezza

Nika Island Resort, situato nell'atollo di Ari, è da decenni un pioniere del turismo sostenibile alle Maldive. Fin dagli anni '70, quando il resort ha aperto le sue porte, ha scelto di sposare un approccio che rispetta la natura e promuove la preservazione dell'ecosistema locale. Con uno dei reef più belli del Paese e una vegetazione lussureggiante, l'isola è un esempio virtuoso di come sia possibile coniugare lusso e rispetto per l'ambiente. Nika Island si distingue per la sua attenzione alla sostenibilità e per la protezione della biodiversità. Le 16 ville a forma di conchiglia, realizzate con materiali naturali come il corallo, sono immerse in una vera e propria foresta tropicale che ospita oltre 1.800 piante, tra cui mangrovie, frangipane e il plurisecolare Ficus bengalensis (detto anche Nika), da cui l’isola prende il nome.

Una delle iniziative più significative di Nika Island è il protocollo "Nika Green Path", che mira a ridurre al minimo l'impatto ambientale. Questo programma include politiche di gestione delle risorse naturali, come l'auto-produzione di acqua potabile, che consente di eliminare fino a 150.000 bottiglie di plastica all'anno. Inoltre, l'isola adotta tecniche innovative come l'acquaponica per la produzione di ortaggi a km 0, riducendo il consumo di acqua dolce. Nika Island è anche impegnata nel ridurre al minimo l'uso della plastica monouso e svolge attività di pulizia delle spiagge e dei fondali marini.

Recentemente, Nika Island ha guadagnato il titolo di "Isola più gentile delle Maldive", un riconoscimento che sottolinea l'importanza dell'ospitalità sostenibile. L'isola è un esempio concreto di come le strutture turistiche possano proteggere l'ambiente e contribuire alla conservazione delle risorse naturali, pur offrendo un'esperienza di lusso unica.

MaldivECO:

3 esperienze sostenibili che puoi fare (e non sapevi) che fanno bene all’oceano (e all’anima).

Programmi di adozione di tartarughe marine

Molti resort eco-conscious collaborano con centri di conservazione marina che si occupano della cura, riabilitazione e reintroduzione in mare di tartarughe ferite o in difficoltà.

In alcune isole puoi:

  • Visitare il centro e conoscere i biologi marini
  • "Adottare" simbolicamente una tartaruga, ricevendo aggiornamenti sul suo rilascio
  • Assistere al momento del rilascio in mare, un’esperienza emozionante e formativa

Dove farlo: Atolli come Baa, Lhaviyani e North Malé ospitano alcuni dei centri più attivi, tra cui il Marine Savers di Four Seasons e il Turtle Rehabilitation Centre di Coco Palm Dhuni Kolhu.

Perché è sostenibile: contribuisci direttamente alla conservazione di una specie in pericolo e sostieni progetti di ricerca e tutela locale.

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